Intesa Civica Solidale, tramite i Movimenti Civici di Sicilia, è stata il catalizzatore della costituzione del coordinamento regionale “NO PEDAGGI”, che nasce in conseguenza delle tensioni scaturite in tutta l’isola per il colpevole silenzio dei rappresentanti politici circa l’inapplicabilità e l’illegittimità del decreto sui pedaggi, tanto rispetto alle normative europee quanto allo statuto regionale siciliano. Il coordinamento ha così creato alcune pagine sui principali social network, oltre ad un indirizzo mail per contatti con tutti i cittadini (nopedaggi@libero.it). “Nonostante l’eccezione di qualche sindaco della provincia che inizia a protestare – dice il coordinatore del Movimento Intesa Civica Solidale Giovanni Ruvolo – è scandaloso lo strano silenzio da parte della politica nissena sull’imminente introduzione dei pedaggi nelle autostrade siciliane A/19 Palermo-Catania, A/29 Palermo-Mazara del Vallo, NSA 339 Catania-Siracusa e nella circonvallazione di Palermo e Catania. Per chi non fosse informato, bisogna sapere che il famigerato decreto “milleproroghe” ha anticipato dal 31 dicembre al 30 aprile 2011 un decreto legge del 5 agosto 2010, numero 125, che, con l’articolo 1, sancisce che l’Anas dovrà provvedere ad applicare il pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta, e questo potrebbe avvenire già da prossimo 1 Maggio. Mi viene veramente difficile comprendere il motivo per il quale un’autostrada che versa in condizioni pietose, costruita più di 40 anni fa, come la A/19 Palermo-Catania, debba essere sottoposta a pedaggio, caricando ulteriori costi sulle spalle dei cittadini che non hanno la possibilità di poter usufruire di alternative come avviene in altre regioni dove le autostrade a pagamento sono affiancate da strade statali di ottima qualità. La nostra regione è carente di infrastrutture viarie, tassare quelle poche esistenti significa non volere che nella nostra terra si inneschino processi virtuosi di sviluppo”. “Ha senso tutto questo – si domanda Ruvolo – in una regione in profonda crisi economica, in cui il pedaggio aumenterà i costi dei trasporti e quindi dei beni? Aiuterà il nostro territorio ad incrementare l’attrattiva turistica? Una cosa è certa: imporre un pedaggio alla libertà di movimento sul territorio siciliano, già vessato in maniera esagerata, è insopportabile. Siamo impegnati ad esercitare una pressione sul Presidente Raffaele Lombardo, affinchè, sulla base dei principi di autonomia proprio dello Statuto Siciliano, si adoperi affinchè il provvedimento non venga recepito, poiché esso inciderà sulla già precaria economia dell’isola, oltre a rappresentare anche un’ulteriore prova di disinteresse da parte del governo, il quale introduce nuove imposte senza curarsi delle condizioni in cui versano le autostrade siciliane”.
Il coordinamento, inoltre, si propone di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle reali conseguenze economico-sociali del provvedimento, di confrontarsi con le istituzioni locali e regionali su eventuali iniziative politiche, di collaborare ed interagire con le associazioni di categoria, realtà politiche e sindacali, ed infine realizzare insieme un calendario di iniziative che possano mantenere alta l’attenzione sino a quando il provvedimento verrà definitivamente revocato.
“Per capire quanto costerà ai cittadini siciliani l’introduzione di questi pedaggi – dice Ruvolo – basta pensare che per entrare a Palermo il tratto Villabate-Palermo di pochi chilometri costerà 1.5 €, comprendendo, quindi, quanto costerà il transito da Caltanissetta verso Palermo o Catania. L’Anas, con una celerità che lascia sbalorditi, sta già provvedendo a posizionare speciali sensori che rileveranno la presenza, nelle automobili, di strumenti simili ai comuni telepass, realizzando così dei caselli elettronici”. “Intesa Civica Solidale – conclude Ruvolo – chiede al sindaco Michele Campisi e al consiglio comunale nella loro funzione di rappresentati della città, a prescindere dall’appartenenza politica, di coinvolgersi nel Coordinamento regionale e di attivare tutte le procedure per evitare di subire l’ennesimo smacco da parte di una politica che continua a dimostrare il totale disinteresse verso obiettivi che migliorino il benessere dei cittadini e consentano agli imprenditori di poter esprimere liberamente le potenzialità in un contesto veramente competitivo”.