CALTANISSETTA – Che succede? Prima era solo l’Olanda, poi la California, adesso Washington e Colorado. In Spagna, Portogallo, Svizzera, Germania e Inghilterra si assiste ad una corsa verso la depenalizzazione della cannabis. Si parla in tutta Europa di CSC (Cannabis Social Club), posti in cui sarà possibile, legalmente e senza ingrassare le narcomafie, coltivare e fumare cannabis. Cosa accade in Italia? Siamo il popolo più “sballone” (il 14.6% degli italiani dichiara di utilizzarla), però siamo anche quelli con le leggi più proibizioniste persecutorie e punitive contro la cannabis. I Radicali, da sempre, lottano per la legalizzazione, motivando questa battaglia con la necessità di togliere alla criminalità organizzata un introito economico da capogiro; per svuotare le carceri piene per il 30% di gente accusata di coltivazione di canapa o detenzione di marijuana e derivati; per avere un reale controllo su questa droga ed evitarla così ai minorenni, primi clienti degli spacciatori a servizio delle mafie. E ancora, legalizzare per promuovere l’economia, per permettere nuove terapie contro patologie come cancro e sclerosi multipla.
Oggi, 9 novembre, Rita Bernardini, davanti Montecitorio, ha portato a termine una disubbidienza civile iniziata nel mese di giugno, quando all’interno del Parlamento ha piantato dei semi di canapa che, nel corso dell’estate è cresciuta e fiorita e, oggi appunto, è stata distribuita ai malati che già si curano con la cannabis. I carabinieri si sono limitati a sequestrare la marijuana e a prendere i nominativi dei partecipanti alla manifestazione. Chissà come procederanno?
Il rischio è che, essendo l’On. Bernardini un cittadino italiano come tutti, se non fanno nulla a Lei, perché devono punire altri che coltivano, detengono e cedono marijuana?
Ricordiamo comunque, a chi decidesse di coltivare cannabis, che i Radicai sono invisibili a giornali e TV, e forse per questa eccessiva trasparenza non vengono puniti neppure se trasgrediscono la legge.
Anche Nichi Vendola dichiara: “Il proibizionismo sulla cannabis ha fallito. L’Italia è il primo consumatore di cannabis nei paesi occidentali. La criminalità organizzata ha il monopolio della distribuzione. Le politiche legate alla Fini-Giovanardi fanno perdere inutilmente due miliardi di euro l’anno. Se la produzione e il commercio fossero controllate e regolate dallo Stato si ricaverebbero quattro miliardi di euro l’anno sottratti alla malavita e da reinvestire subito in politiche sociali, a cui vanno aggiunti tutti i soldi spesi inutilmente per tenere in piedi l’attuale macchina repressiva proibizionista e che potremmo utilizzare per attività molto più utili. Inoltre l’uso terapeutico della cannabis è già una realtà in molti Paesi del mondo. Nei paesi dove la cannabis è legale il consumo è sceso dopo la legalizzazione”.
Anche dall’interno del PD iniziano a trapelare indiscrezioni secondo le quali sono molti i favorevoli alla legalizzazione: una simile proposta avrebbe un effetto immediato attraendo i consensi nell’elettorato giovanile.
Anche Grillo, nei suoi spettacoli “svegliapopolo”, non di rado parla di legalizzazione della cannabis, inserendo spesso quella simpatica battuta dove dice che, se facciamo come Ford nei primi del 1900, costruendo le macchine con i derivati della cannabis, dopo un incidente, invece che arrabbiarci e litigare, ci fumiamo il paraurti rotto e ridiamo felici!
Stiamo davvero arrivando ad una svolta?
Dopo aver subito una condanna a 3 anni per coltivazione di canapa e aver conosciuto la realtà delle carceri italiane e, a tal proposito, scritto un libro di denuncia (Leone bianco – Leone nero. La legge non è uguale per tutti), mi auguro proprio che la svolta arrivi.
Oggi sono uno tra i principali promotori della canapa: lavoro per Sicilcanapa commercializzando i prodotti alimentari legali di questa pianta con innumerevoli proprietà nutrizionali e nutraceutiche. Sostengo le pdl regionali per garantire l’utilizzo della cannabis terapeutica ai malati che ne hanno bisogno.
Appoggio chi, anche in Italia, promuove l’utilizzo della canapa nell’edilizia: il biocomposito di canapa e calce ha la particolarità di contenere all’interno dell’abitazione le oscillazioni della temperatura, mantenere costante l’umidità, ridurre la condensazione e immagazzinare il calore per poi rilasciarlo lentamente. Quindi, il biocomposito è in grado di annullare i ponti termici e potenziare la tenuta dell’edificio all’aria, riuscendo in tal modo a ottenere livelli di certificazione energetica molto elevati.
Invoglio tutti a ricercare i possibili usi della canapa dalla quale si ricava: carta (1 ettaro di canapa in un anno produce la stessa cellulosa data dal taglio di 4 ettari di foresta pluridecennale), plastica biodegradabile, cosmetici, alimenti per uomo ed animali, detergenti, medicine, materiale edile, tessuti, biocombustibile (etanolo di canapa); ecc…….
Tutto ciò è ostacolato da una legge: la 309/90 detta Fini/Giovanardi, normativa approvata nelle ultime settimane della legislatura, imposta dal governo alla sua maggioranza, senza nessuna seria discussione, né prima, né durante il dibattito parlamentare. Una normativa che da sette anni sta producendo solo danni, senza intaccare il traffico illegale di droghe e contribuendo a determinare l’attuale sovraffollamento carcerario. Legge più volte discussa in quanto potrebbe addirittura essere incostituzionale.
Solo chi ha deciso di non informarsi bene sull’argomento è rimasto fermamente convinto che il proibizionismo garantisca la salute dei cittadini: anche un uso esclusivamente ricreativo della cannabis, fatto in modo responsabile, crea danni decisamente minori del consumo di tabacco e alcol.
Ancora una volta, l’interesse di pochi vince sulle necessità del popolo. Invece che continuare a buttare i nostri soldi in inutili persecuzioni, perché non far ripartire la nostra economia da qualcosa che è anche ecologicamente positiva?
Svegliatevi gente!
Giuseppe Nicosia.