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Omicidio Amico, svolta nelle indagini “Dentro Cosa Nostra c’è chi sa la verità”

Redazione

Omicidio Amico, svolta nelle indagini “Dentro Cosa Nostra c’è chi sa la verità”

Sab, 08/09/2012 - 00:01

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Michele Amico

CALTANISSETTA – Nei ranghi di Cosa Nostra nissena, qualcuno conosce la verità sull’omicidio di Michele Amico, il commerciante nisseno ucciso la mattina del 23 ottobre 2003 nelle campagne di Favarella. La Squadra Mobile di Caltanissetta e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, infatti, da qualche mese stanno approfondendo questa circostanza, rileggendo i verbali dei collaboratori di giustizia che fino a qualche anno fa erano organici alla “famiglia” mafiosa per conto della quale riscuotevano il “pizzo”.  Gli inquirenti ritengono che alcuni affiliati alla cosca non fossero all’oscuro di questo delitto. Resta da accertare se qualcuno di loro abbia saputo in anticipo che il commerciante doveva essere ucciso, oppure soltanto dopo ha appreso il movente dell’omicidio, chi sono i mandanti e chi quella mattina ha sparato ad Amico. Ad oggi, non si sa per quale motivo il commerciante sia stato ucciso.

Agesilao Mirisola

Alla minuziosa valutazione degli investigatori della Mobile e dei magistrati della Dda, dunque, vi sono le dichiarazioni rese dai pentiti nisseni negli ultimi anni che, oltre a riferire le loro conoscenze su estorsioni, traffici di droga e armi nel territorio, si sono soffermati anche sull’omicidio di Michele Amico. Finora l’unico ritenuto colpevole per l’assassinio del commerciante è stato Agesilao Mirisola, ex affiliato a Cosa Nostra e oggi pure lui pentito, condannato definitivamente all’ergastolo.

Era sua la scheda telefonica utilizzata per contattare Amico al suo negozio di via dei Mille e attirarlo con una scusa nella campagna di Favarella dove lo aspettavano i sicari, che spararono con due pistole di diverso calibro. Dalle rivelazioni di Mirisola, un anno fa la Procura ha aperto un’inchiesta – tuttora pendente – nei confronti di due meccanici nisseni, padre e figlio, e di un appuntato dei carabinieri in servizio a Caltanissetta accusati di concorso in omicidio. Ma i pubblici ministeri, non avendo trovato riscontri alle dichiarazioni rese da Mirisola, sembrano orientati a chiedere l’archiviazione dell’indagine. Adesso il nuovo filone d’indagine guarda alla matrice mafiosa su un omicidio ancora senza movente.